L’intervento all’Annual Tax Director 2020, organizzato da Paradigma srl, è stata l’occasione per una riflessione sui profili di maggiore criticità che emergono nel corso delle verifiche fiscali e per fare il punto sul rilievo che rivestono nella giurisprudenza della Cassazione gli eventuali vizi dell’attività istruttoria.
L’indulgenza di quest’ultima verso detti vizi, nella prospettiva della tutela dell’interesse fiscale al contrasto all’evasione e all’elusione, non impedisce ad alcuni di avere un impatto sulla successiva attività impositiva, determinando l’inutilizzabilità degli elementi probatori per il loro tramite acquisiti. La loro concreta rilevanza è però spesso condizionata dall’atteggiamento della società nel corso della verifica, dalla capacità dei suoi dirigenti e dipendenti di identificare questi passaggi ed affrontarli nel modo più appropriato.
È compito del Tax Director e del consulente che lo assiste presidiare questi profili. Al fine di assicurare alla società le tutele offerte dalla legge, certamente opportuna è tuttavia una sensibilizzazione preventiva verso gli stessi, ed in generale verso le attività che tipicamente contrassegnano le verifiche, di tutto il personale che potrebbe trovarsi coinvolto, non solo di quello addetto alla funzione amministrativa.
Auspicabile, in questa prospettiva, è a mio avviso la predisposizione, e la diffusione presso il personale, di apposite procedure non solo per il caso delle verifiche, ma pure in previsione delle stesse. Una gestione efficace di questi eventi non dipende infatti soltanto da un consapevole approccio alle loro dinamiche, ed in particolare alla regolazione dei flussi informativi e documentali diretti ai verificatori, ma pure dall’adozione di prassi responsabili nella stesura e nella archiviazione della documentazione e corrispondenza societaria.